Mostre e concerto sui navigli a Milano

Sabato 17 ottobre sui Navigli a Milano due mostre e un concerto

Sabato 17 ottobre 2015 a partire dalle ore 17, sul Naviglio Grande e sul Naviglio Pavese si svolgeranno tre eventi tra loro collegati, tutti e tre organizzati da Zamenhof Art e curati da Virgilio Patarini, tra pittura e musica, e con contaminazioni e riferimenti alla letteratura e alla danza in declinazione “sciamanica”.Locandina Concerto Manica_02
Si comincia alle 17 allo Spazio E, Alzaia Naviglio Grande, 4 con il vernissage della mostra personale di Roberto Tortelotti intitolata “Fragile: maneggiare con cura”, mostra in cui l’artista piacentino presenta una decina di opere di grande formato in bilico tra Pittura Informale e Arte Concettuale.

Poi, alle 18,30, ci si sposta di 200 metri, allo Spazio Libero 8, Alzaia Naviglio Pavese, 8 per il vernissage della mostra personale di Elena Schellino intitolata “Vibrazioni” in cui si presentano una quindicina di opere astratte-informali in cui l’artista lecchese, forte della sua formazione tra Teatro-Danza ed esperienze di Meditazione, utilizza un approccio al gesto pittorico vissuto come una vera e propria danza sciamanica.

Subito a seguire, sempre allo Spazio Libero 8, verso le 19, si assisterà al concerto in acustica di Andrea Manica e Virginia Travasoni che eseguiranno canzoni inedite dello stesso Manica in cui la musica del giovane cantautore ferrarese risente fortemente di influssi e reminiscenze letterarie.

LA S.V. è INVITATA
La personale di Tortelotti allo Spazio E è aperta fino al 23 ottobre, dal martedì al sabato dalle 15,30 alle 19, domenica dalle 11 alle 19. Chiuso il lunedì. Ingresso libero.
La personale della Schellino allo Spazio Libero 8 invece è aperta fino al 30 ottobre, dal martedì alla domenica dalle 15,30 alle 19. Chiuso il lunedì. Ingresso libero.
Qui di seguito note di presentazione e biografie sintetiche dei protagonisti dei tre eventi
ROBERTO TORTELOTTI, FRAGILE. Maneggiare con cura

Il ciclo pittorico intitolato da Tortelotti “Depauperart/Flowers”, e che costituisce l’asse portante di questa mostra milanese, si gioca tutto su di una sintesi originale e su un punto di sottile equilibrio, in bilico tra Pittura Informale e Arte Concettuale, tra Poesia Visiva e Color Field-Painting. Ampie campiture costituite da una ricca trama di pennellate di colore coprono tessere quadrate accostate le une alle altre che riproducono immagini floreali, in un ironico gioco di specchi e di ribaltamenti, di senso e di segni: non sono i fiori a coprire i campi, ma al contrario i “campi”, le “campiture” coprono e nascondono, ma solo in parte, i fiori. “Color Field” significa letteralmente “campo di colore”. Anche la ridda di pennellate e la ricca gamma cromatica dei colori che cancellano i fiori sottostanti finisce per simulare e in fondo rappresentare quello che al tempo stesso sta cancellando: le fitte pennellate di colori differenti che piovono sulla tela simulano i petali dei fiori che al tempo stesso cancellano… piovono pennellate di colore come petali a cancellare le immagini dei fiori. E anche l’uso delle scritte “fragile” e “maneggiare con cura” ha una valenza al tempo stesso ironica e di spiazzamento, di rovesciamento: la tipica scritta che si ritrova di solito sui pacchi e sulle casse sta qui a segnalare, contemporaneamente, la fragilità dei fiori rappresentati e nascosti, ma anche della stessa opera d’arte che li raffigura e li cancella. In questo caso l’uso della parola scritta (vergata col normografo come effettivamente avviene sui pacchi e le casse delle comuni spedizioni, ma anche come su tanti quadri di Schifano degli anni Sessanta) ha solo apparentemente una somiglianza con quello tipico della Poesia Visiva, ma in realtà ha una valenza per così dire “concettuale”, ma anche ironica e spiazzante: fornisce una chiave di lettura dell’opera e sposta la stessa su un altro piano rispetto alla semplice fruizione delle forme e dei colori.
Virgilio Patarini

ROBERTO TORTELOTTI si laurea nel 1980 in architettura presso il Politecnico di Milano. Frequenta la Domus Academy di Milano sezione design. Frequenta corsi di pittura, scultura e fotografia. Frequenta studi di artisti italiani ed esteri (Stati Uniti). Viaggia ed acquisisce esperienze internazionali. Firma prodotti di design nel settore arredamento e fa consulenze per aziende di design nel settore casa. Dal 1992 al 2007 progetta centinaia di opere d’arte multimediali, utilizzando contemporaneamente varie procedure tecniche ed esecutive. Nel 2009 sviluppa il tema “Fanti ed eroi” legato al gioco tradizionale delle carte piacentine realizzando 50 opere fra cui light-box, elaborazioni di foto, performance con giocatori di carte, video, tele, un progetto architettonico in CAD 3D di edificio multimediale, multipli di sculture e un macchinario per la certificazione degli eroi. Dal 2010 inizia a lavorare al progetto Depauperart/Flowers indagando sul fiore e sulla natura anche in questo caso vengono sviluppate opere in varie tecniche, un video, una performance e varie installazioni. Nel 2012 continua la sua ricerca relativa al progetto Depauperart/Flowers con la realizzazione di ulteriori opere prevalentemente pittoriche ed inizia un terzo progetto dal titolo: Le impalcature/La creazione di mondi che lo impegna per tutto il 2013 con la preparazione di un archivio dati ed immagini funzionale alla stesura delle opere. Pittura, scultura, scrittura, fotografia, light box, design, architettura, video, performance, multimedia sono i media utilizzati. Nel 2009 e nel 2010 è premiato quale finalista al concorso Arte Mondadori ed espone quale finalista al concorso Arte Laguna 2009, alle Tese dell’Arsenale di Venezia. Nel 2010 è vincitore del concorso Biennale di Asolo nella sezione fotografia e finalista nello stesso concorso nella sezione architettura. Tra le più significative mostre ricordiamo: le personali nel giugno 2009 e nel maggio 2010 allo Spazio Rosso Tiziano di Piacenza; nell’ottobre 2010 la Collettiva al Palazzo della Permamente a Milano, quale finalista del premio Arte Mondatori nella sezione scultura; nel settembre 2011 una sua opera è selezionata al Premio Città di Tokyo; dal maggio al settembre 2014 una sua installazione luminosa è esposta in permanenza al Ferrara Art Festival 2014, Palazzo della Racchetta, Catalogo Mondadori; sempre nel 2014 sue opere e un’installazione sono esposte alla Rocca Viscontea di Lacchiarella (MI)- Koinè 2014 e al Piacenza Art Festival, Complesso Museale Ricci Oddi.

ELENA SCHELLINO, VIBRAZIONI

A prima vista le grandi tele quadrate dipinte da Elena Schellino potrebbero sembrare semplicemente dei classici esempi di Action Painting: Pittura Informale-Gestuale. Ma basta restare a guardare per più di due secondi che subito affiora la sensazione che si tratti anche, o forse soprattutto, di altro. Innanzitutto ci sono forme e figure ricorrenti: cerchi e spirali. E poi la trama dei segni sulla tela è abbastanza precisa e rarefatta, il fondo è la tela bianca, e dunque è facile vedere, percepire, intuire, ricostruire la sequenza dei gesti che ha prodotto quei segni. Si tratta di una percezione non necessariamente conscia: più facilmente è il nostro “corpo” che istintivamente, “mimeticamente”, inconsciamente, intuitivamente “sente” la precisa sequenza di gesti che ha prodotto quella ben definita trama di segni. Se ne decifra non solo il disegno, ma anche la serie di movimenti che lo ha prodotto e in soprattutto in quale ordine. È il nostro corpo che decifra tutto questo e nel decifrarlo, quasi senza rendersene conto, ripete “internamente” quella sequenza di movimenti. Ed ecco che ci rendiamo conto che quei movimenti disegnano una danza circolare, a spirale, che ricorda la danza ipnotica dei Dervisci Rotanti, ma anche i gesti di monaci che costruiscono pregando mandala o che pregando scrivono icone. E di colpo tutto questo si rivela avere valenze che vanno al di là della pittura: valenze sacrali molto più che estetiche. Trascendentali. Il segno sulla tela rievoca il gesto che lo ha prodotto e quel gesto è una danza sciamanica che attraverso la ripetizione, il cerchio e la spirale mette in relazione profonda il soggetto e l’oggetto, il dentro e il fuori, l’Uno e il Tutto, l’Uomo e l’Universo… E lo Spettatore di colpo diviene Attore. Colui che guarda diviene colui che ripete inconsciamente la danza che ha prodotto quello che sta guardando. L’Artista si fa Sciamano che trascina il Fruitore nella sua danza, in una mistica fusione di testa, corpo, cuore. Tu chiamale se vuoi “Vibrazioni”.
Virgilio Patarini

Ricercatrice, viaggiatrice, danzatrice, artista, transpersonal healer ELENA SCHELLINO nasce a Lecco nel 1971. Diplomata in Teatro Danza presso la Civica Scuola di Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, prosegue gli studi nelle Terapie Espressive conseguendo il diploma di Danza MovimentoTerapia presso Art-Therapy Italiana e di Art-Psycotherapyst, GoldSmiths’ College Università di Londra. Dal 1996 ha esperienze lavorative di ricerca e di pratica nell’ambito del movimento con bambini e adulti sia in strutture pubbliche che private, in ambito creativo, educativo/preventivo e clinico. Da più di 20 anni segue un cammino personale di ricerca interiore e consapevolezza che la porta ad incontrare e ricevere insegnamenti ed iniziazioni da grandi maestri sia in occidente che in oriente, conseguendo diversi diplomi. Circa quattro anni fa inizia a rendere materia alcuni atti sciamanici utilizzando tele cristalli e colori immergendosi in una nuova forma d’espressione che la sorprende e la travolge ogni volta. Tiene incontri individuali e di gruppo di terapia Espressiva, Meditazione, Traspersonal Healing e Crescita personale a Lecco e Milano le due città dove vive. Tra le principali mostre a cui ha partecipato negli ultimi anni ricordiamo: nel 2011 Arte Accessibile presso la sede del sole 24Ore e l’evento fuori salone del mobile “Merci Beaucoup” allo spazio ex Ansaldo di Milano con “Radice Sonora” due installazioni collettive; nel 2012 partecipa a Palazzo Zenobio, Venezia alla collettiva “La Via Italiana all’Informale: ultime tendenze” a cura di Virgilio Patarini; nel 2014 partecipa a Ferrara Art Festival e al Piacenza Art festival nella collettiva Alma Mater Materia; nel 2015 riceve il Premio Guglielmo II – “Entità culturali a Monreale” e partecipa alle varie mostre del progetto “Koinè 2015”, progetto mostra itinerante tra Milano, Piacenza, Ferrara e Roma, ed espone al Ferrara Art Festival, a Palazzo della Racchetta di Ferrara con la mostra personale “Atti Sciamanici” a cura di Virgilio Patarini

ANDREA MANICA e VIRGINIA TRAVASONI IN CONCERTO

ANDREA MANICA, cantautore e scrittore, con la cantante VIRGINIA TRAVASONI propone le sue canzoni originali influenzate dalle sue passioni: la musica d’autore e la letteratura. Andrea Manica ha pubblicato il suo primo romanzo “La rêverie del male” e la raccolta di poesie e racconti “Lo zabaione dei Pensieri”, entrambi editi da Editore Mannarino ed ha ideato La guida di Enogastronomia Musicale: www.lapalestradelcantautore.it. «La palestra del cantautore è diventata la mia palestra come autore» racconta Andrea «ho cercato, nelle canzoni che ho presentato in anteprima nello scorso agosto a Palazzo della Racchetta a Ferrara, nell’ambito del Ferrara Art Festival, di raccontare l’importanza di produrre un messaggio poetico fantasioso ma anche concreto, che si muova sia nell’attualità che nell’interiore senza disdegnare di dare un “punto di vista”, il mio punto di vista, perché credo che questa sia la forza della canzone d’autore in un mondo apparentemente disincantato. Nel “viaggio” della serata ci sarà occasione di cantare il nostro presente, ricco di sentimenti contrastanti, dall’amore all’odio. Perché “ogni cosa porta con sé il suo contrario” come canto nella canzone “Favola d’Amore” ispirata all’omonimo romanzo breve di Hermann Hesse”». Andrea Manica e Virginia Travasoni hanno lavorato insieme in questi ultimi mesi per amalgamare le loro voci, spinti da passioni musicali affini, affrontando quindi una ricerca anche nel campo della tradizione “dimenticata” della musica italiana, esemplare è il caso de “Il Galeone” famosa canzone tratta dalla poesia “Schiavi” dell’anarchico Belgrado Pedrini, scritta nel carcere di Fossombrone nel 1967. Il concerto è stato pensato come un racconto musicale. Un gioco tra le parole e la musica. Un incontro tra note sognanti e parole leggere ma impegnate, per immergersi nel viaggio per divertirsi e insieme riflettere.

 

Zamenhof Art
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sito: www.zamenhofart.it
SpazioE
Sede espositiva: Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4
tel. 02.58109843 (dal mart. alla dom. ore 15-19)
email: aestdelleden@libero.it
Galleria del Cammello

Ferrara, via Cammello, 33
(solo su appuntamento) cell. 333.80.322.46